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Bari, strage di tartarughe marine: decapitate per superstizione


Cinque tartarughe marine decapitate sono state ritrovate spiaggiate in pochi giorni sul litorale tra Bari e Trani. «Una strage» secondo il Centro recupero tartarughe marine Wwf Molfetta. «Il cerchio dei sospettati si sta stringendo grazie all'intervento delle Forze dell'Ordine ad alla collaborazione dei cittadini - si legge sulla pagina Facebook - Questi killer vanno fermati! Anche perché dagli animali agli esseri umani il passo è breve: quindi condividiamo e circondiamo gli assassini con le loro stesse malefatte! E chiunque abbia informazioni utili a fermare lo stragista di tartarughe si faccia sentire contattandoci su questa pagina».

Le tartarughe caretta caretta sono una specie protetta proprio perché a rischio estinzione. Molte rimangono intrappolate e muoiono nelle reti da pesca, ma sembra che tra i pescatori sia diffusa una sorta di superstizione seconda la quale trovarle nella rete porterebbe sfortuna.

«C'era giunta voce che c'erano alcuni pescatori del nord Barese che uccidevano le tartarughe marine che trovavano impigliate nelle loro reti. - ha raccontato il responsabile Pasquale Salvemini alla Gazzetta del Mezzogiorno - L'indiscrezione ci è arrivata dal mondo stesso della pesca, perchè le imbarcazioni comunicano tra loro attraverso la radio e alcuni amici avevano raccolto queste macabre dichiarazioni. Ma non ci volevo credere, specie perchè la motivazione è ancora più sconvolgen

te: sembra che alcuni pensino che porta male trovare una tartaruga tra le reti, che portino con se la sfortuna di pescare poco nei giorni a venire. Ecco allora che come forma “sacrificale” o per vendicarsi le decapitano».

Seicento tartarughe marine trovate morte sulla costa indiana, vittime della pesca illegale

Strage di tartarughe marine lungo la costa dell'India. Oltre 600 esemplari di tartaruga bastarda olivacea (Lepidochelys olivacea) sono stati rinvenuti morti lungo le spiagge della municipalità di Kendrapara, nel nord est del Paese. I ritrovamenti, avvenuti nell'arco di soli due giorni, hanno allarmato le autorità che, sin dall'inizio, hanno indirizzato le indagini nell'ambito della pesca illegale. Le aree interessate, da Hukitola a Eakakula, infatti, sono parte del santuario marino di Gahirmatha dove pesca e attività marinare, sono pressochè vietate.

Tra le ipotesi più accreditate, almeno finora, quella delle tartarughe finite nelle reti di pescatori senza scrupoli che, successivamente, si sarebbero liberati degli animali ributtandoli in mare. Questa specie di tartaruga marina, è classificata come vulnerabile. I cambiamenti climatici, l'inquinamento delle acque legato anche alla massiccia presenza di plastiche e microplastiche che somigliano maledettamente al cibo preferito di questi rettili, le meduse e, come abbiamo visto, la pesca illegale, stanno portando le tartarughe marine all'estinzione.

Anche e soprattutto per questo l'istituzione di santuari marini, aree marine dove la fauna dovrebbe vivere e riprodursi indisturbata, sembra essere divenuta l'ultima possibilità per cercare di salvare la vita nei mari.

La salvaguardia delle aree marine protette indiane, nonostante i frequenti episodi di pesca di frodo, è punita severamente. Dopo il macabro ritrovamento delle tartarughe, le autorità hanno arrestato 380 pescatori di frodo e sequestrato 83 barche che operavano illegalmente nella zona.

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