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Quando la Storia non insegna e le Isole Tremiti si fermano al 1844.

Aggiornamento: 14 feb 2023


Vivere in un piccolo arcipelago, un piccolo borgo, non è sempre facile. Le necessità quotidiane, anche le più semplici, in questi luoghi, e soprattutto nei periodo invernali spesso diventano di vera sopravvivenza.


Perché ancora oggi (2023) un luogo ricco di storia, cultura e natura vive solo in estate (quattro mesi) e muore negli altri mesi dell'anno?

Ad oggi, febbraio 2023, sull'arcipelago sono presenti circa 30 anime, 10 a San Nicola e 20 a San Domino.


Lo spunto per fare un approfondimento sul passato dell'arcipelago delle Isole Tremiti, molto spesso terribilmente attuale, lo vogliamo fare mettendo a confronto quanto scritto dal Barone de Marguerittes nel 1844 nel libro "Notice sur les îles Tremiti...", e la lettera aperta del 13 febbraio 2023 di Annalisa Lisci, operatore turistico nel settore della ristorazione delle Isole Tremiti e che riportiamo integralmente.


La lettera aperta di Annalisa Lisci

« Dall'universo inverso tutto tace... il popolo ridotto al minimo indispensabile fatica a relazionarsi, unico momento Ia mattina in cui si innesca Ia tipica polemica da bar che da segno di un popolo che esiste e mantiene il forte Tremiti attivo.

Tutto tace e tutto è immobile, si e abituati a vivere in una bolla di vetro, il tempo si e fermato e l'isolano aspetta immobile che arrivino tempi di sole e di rappresentanti che come le rondini preannunciano l'arrivo della stagione lavorativa.

Mentre fuori dal nostro perimetro di “riserva Sioux” tutto scorre e si evolve, noi, noi...

noi ci lamentiamo ma restiamo "sporificati" dallo spray dell'adattiamoci, che lamentarci è facile, non ci crea sforzo, ne interiore ne esteriore, e come disse qualcuno prima di noi .... "Adda passa a nuttat"

La nottata passerà, certo arriverà l'estate del lavoro e ci sentiremo rifocillati nello spirito e nelle tasche e sazi ci immergeremo nel prossimo inverno.

Siamo un popolo di pescatori e contadini che abituati a vivere a stretto contatto con i ritmi della natura, fatichiamo a digerire il cambiamento... ora vestiamo abiti da operatori turistici, abbiamo smesso i mestieri originari e ci siamo reinventati commercianti, un settore difficile, per chi, ha naturalmente difficolta a relazionarsi, e nell'ambito turistico, ovviamente, i nostri silenzi non ci aiutano. Ma siamo naturalmente consoni all'adeguamento, Ia storia ci ha insegnato che bisognava stare "zitti e buoni" perchè tanto le cose non potevamo cambiarle e poi perchè farlo, sono passati i confinati, il colera, il covid e tanti sindaci ma a casa nostra" nun e succiess niente" e quindi inutile sprecare energie o parole, "stammc' ".

Abbiamo sperato nelle nuove generazioni, ma l'abitudine ad abbandonare il " forte isolano" nei mesi di letargo per Ia mancanza delle scuole che oggi interessa i !oro figli, li porta alle passeggiate in citta del continente e quindi anche Ia Iotta per pretendere il diritto allo studio a casa nostra e venuto a mancare.

L' adattamento e ormai divenuto il primo articolo della “Costituzione Tremitese”. Siamo diventati permissivi, accettiamo tutto, anche indignarci e diventato uno spreco di energie. Accettiamo il confine invernale borbottando al bar, ma inerti davanti ad una qualsivoglia protesta, ci costa sforzo. Aspettiamo i diversamente tremitesi che in primavera tomano sulle isole come uccelli migranti che hanno trascorso i lunghi inverni al caldo e iniziano a lamentarsi perchè nulla e cambiato, e si indignano con i confinati che stupidamente no hanno preso un'iniziativa per cambiare le cose.

Ops tomano anche nel momento del voto imbastendosi del potere di scegliere il futuro di chi vive tutto I'anno questi scogli...

Ma grazie a Dio tutto passa e Ia certezza che sull'inadeguatezza di noi isolani vince sempre, sempre .... La straordinaria magnificenza della natura e bellezza di questo arcipelago. »



Ora leggiamo cosa scrisse il Barone de Marguerittes nel 1844, parlando delle Isole Tremiti nel documento "Notice sur les îles Tremiti..."

In originale abbiamo allegato le prime due pagine e tradotte dal francese.

(il documento completo, di pagg. 46, tradotto dal francese dal Laboratorio del Mare è disponibile su richiesta)


"Notice sur les îles Tremiti..." originale


Notizie sulle Isole Tremiti

« Il gruppo di isole di cui stiamo per parlare è molto poco visitato dai viaggiatori; il suo

accesso è difficile; per entrarvi bisogna ottenere un permesso speciale, perché le Tremiti sono luogo di guerra e luogo di deportazione.

Ma cosa cerchiamo in questo angolo di terra? Monumenti antichi, non ce ne sono più. Scavare lì? È richiesta l'autorizzazione; inoltre tutto il terreno è già stato capovolto per trovare tombe e alcune antichità di poco valore. Il viaggiatore che sbarcava alle Tremiti avrebbe incontrato solo miseria e disperazione; lì non avrebbe trovato mezzi di sostentamento, a malapena potrebbe procurarsi un letto. Vedrebbe una comunità infelice, la cui intera attività consiste nella pesca, e che spesso è ridotta a vivere di radici ed erbe che strappano in tutti gli angoli di queste isole quando il collegamento con il continente è interrotto a causa di maltempo che prevale spesso da queste parti.


Come una fortezza. San Nicola sta cadendo in rovina; la sua guarnigione è ridotta al nulla.

Colui che ha comandato in queste isole nel 1843 è un ex soldato, colto, coraggioso, umano, deciso e giusto, combatté in guerra durante l'occupazione francese. Questo distinto Ufficiale con il grado di Capitano si limitò interamente a svolgere i doveri del suo incarico.

Allora era l'unica autorità del Paese. Non prestò attenzione a ciò che accadde al di fuori dei suoi confini. Fu attraverso noi che apprese della morte del Duca d'Orléans, dell'ultima rivoluzione in Grecia, dell'arrivo del Duca d'Aumale a Napoli (Enrico Eugenio Filippo Luigi d’Orléans, duca d’Aumale), del progetto di colonizzazione, ecc.

Come le isole di confino, l'operazione progettata è poco conosciuta e promette delle nuove disgrazie.


Gli antichi greci avevano eretto monumenti in queste isole; i romani ne avevano fatto un luogo di esilio; i Veneziani che le occuparono contemporaneamente a diversi porti del regno di Napoli sull’Adriatico vi costruirono l'unica Chiesa. I monaci coltivavano le Tremiti e ne ricavavano tutti i prodotti possibili. Scacciati dal Re delle Due Sicilie, in accordo con il Papa, questo piccolo angolo di terra cessò di essere coltivato e cadde in miseria. I francesi durante l'occupazione di Napoli aumentarono le fortificazioni di San Nicola e diedero un po’ di conforto agli abitanti di queste isole. Dal 1815 la cittadina era un campo trincerato, e le case rimasero senza riparazioni e caddero in rovina. »


Breve analisi

Il primo pensiero confrontando i due scritti, l'ultimo solo parziale (se letto tutto sembra scritto oggi), separati da 179 anni, è che forse è arrivato il momento di prendere visione e consapevolezza del grande valore culturale, architettonico, geomorfologico e naturalistico delle Isole Tremiti.


Non a caso uno degli argomenti che si discuteranno all'evento "Antiquarium Tremiti" organizzato dal Marlintremiti, che si svolgerà dal 24 al 27 Agosto è proprio:


Le Isole Tremiti possono fare a meno del mare?

La Storia è il futuro turistico dei borghi


Scarica il programma dell'evento


Oggi la sintesi del curioso paragone testuale, che vuole essere spunto di approfondimento, lo possiamo sicuramente riassumere con le parole di Carlo Petrini, gastronomo, sociologo, scrittore e fondatore dell'associazione Slow Food.


“Il turismo del futuro?

Parte dai cittadini residenti, dalla loro qualità della vita, dalla capacità di essere felici, dalla loro cura verso la terra che abitano.

Solo allora i turisti arriveranno di conseguenza”.


Senza sentimento, amore, passione e volontà e’ INUTILE fare "turismo".




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